Triste notizia per migliaia di lavoratori che speravano di dire addio all’ufficio già da quest’anno: Ape sociale salta e con essa sfuma la possibilità di accedere alla pensione nel 2025.
Marzo è iniziato malissimo per tanti lavoratori che speravano di trovare in Ape Sociale lo scivolo giusto per accedere alla pensione ben prima di aver compiuto 67 anni. Ape sociale, infatti, consente di lasciare il lavoro ad appena 63 anni e 5 mesi: quasi 4 anni prima della classica pensione di vecchiaia ordinaria, dunque.

Questa misura, nata nel 2017, non è mai entrata a far parte delle misure strutturali e, di anno in anno, necessita, quindi, di essere riconfermata dal Governo di turno. Lo scorso anno era stata alzata leggermente l’età per poterne fruire passando da 63 anni a 63 anni e 5 mesi.
Gli anni di contributi, invece, sono rimasti invariati: da un minimo di 30 fino ad un massimo di 36 per alcune categorie. Allora cosa non ha funzionato? Perché questa misura che, fino ad ora, ha sempre avuto un gran numero di fruitori da quest’anno potrebbe salutarci per sempre? Come sempre il problema sono le casse dello Stato.
Ape sociale: ecco chi resterà tagliato fuori
Ape sociale è una delle misure di pensione anticipata più amate dai lavoratori in quanto consente di ritirarsi con quasi 4 anni di anticipo e con un requisito contributivo molto più basso di altre misure. Ma quest’anno un’ampia platea dovrà dirle addio e resterà tagliata fuori.
Partiamo con il ricordare che Ape sociale non è una vera e propria pensione ma un “ponte” che accompagna il lavoratore fino alla pensione vera e propria. Infatti fino all’età pensionabile – cioè fino a 67 anni – l’assegno percepito con Ape sociale non potrà superare i 1500 euro al mese, non sarà reversibile e non sarà soggetto né alla rivalutazione annua, né alla tredicesima o alla quattordicesima.

Per fruire di Ape sociale è necessario appartenere ad una delle seguenti categorie:
- caregivers da almeno 6 mesi;
- disoccupati che non ricevono più la Naspi;
- lavoratori con invalidità pari o superiore al 74%;
- addetti ai lavori gravosi per almeno 6 anni negli ultimi 7.
Le prime tre categorie possono accedere alla pensione a 63 anni e 5 mesi con 30 anni di contributi mentre chi svolge lavori gravosi dovrà aver maturato almeno 36 anni di contribuzione. Dunque un bell’anticipo sulla tabella di marcia e un requisito contributivo nemmeno troppo alto se confrontato con quello di altre misure come Quota 41 o Quota 103 o la pensione anticipata ordinaria dove, come minimo, occorre avere 41 anni di contributi.
Per fruire di Ape sociale occorre presentare domanda entro 3 date ben precise: 31 marzo, 15 luglio e 30 novembre in base a quando un lavoratore perfeziona i requisiti. Il problema, tuttavia, è che le risorse per le pensioni con Ape sociale sono esigue in quanto questa misura viene finanziata con fondi statali limitati. Pertanto se tali fondi si esauriscono troppo in fretta per le troppe richieste, anche chi ne ha diritto e ha tutti i requisiti in regola, resterà tagliato fuori e dovrà attendere fino all’anno prossimo per andare in pensione.