Brutta stangata per oltre 1200 persone che pensavano di essere finalmente arrivati al traguardo del posto fisso: il bando è stato annullato per una “svista” del Ministero.
Per quanto oggi si parli tanto di flessibilità e di desiderio di un maggiore equilibrio tra lavoro e tempo libero, è pur vero che il caro vecchio posto fisso resta il desiderio più grande per la maggior parte delle persone, soprattutto degli under 30. Il posto fisso permette di fare progetti e di pianificare la propria vita con una buona dose di certezza.

E quale settore può garantire il posto fisso se non il settore pubblico? Il privato, infatti, è molto più a rischio di crisi, fallimento, esubero del personale. Quando, invece, si lavora per la Pubblica Amministrazione tutto questo non accade e, al massimo, si può essere trasferiti ma non si resta mai disoccupati o in cassa integrazione.
Proprio per questa ragione ai bandi partecipano sempre migliaia di persone che studiano mesi e mesi prima di sottoporsi alle prove scritte e orali nella speranza di raggiungere l’agognato traguardo. Per oltre 1200 ragazzi il sogno finisce qui: il bando è stato annullato a causa di una “svista” del Ministero da cui era stato aperto.
L’errore del Ministero costa il lavoro a oltre 1200 persone
Bando annullato uguale a niente posto fisso! Ora oltre 1200 persone che avevano partecipato al bando e affrontato le prove scritte a dicembre, restano, per così, dire ” a piedi” o, quantomeno, nella più totale incertezza. Vediamo cosa ha portato all’annullamento di un bando ministeriale molto atteso.

La sentenza del Tribunale di Milano dello scorso 15 febbraio ha fatto sì che il 20 febbraio il Ministero dell’Interno si sia visto costretto ad annullare il concorso per l’assunzione di 1248 funzionari. Ma perché il Tribunale di Milano avrebbe determinato l’annullamento di un bando pubblico? Tutto è nato dal ricorso presentato da ASGI, l’Associazione per gli Studi Giuridici sull’immigrazione e Avvocati per niente Onlus.
In pratica il bando indetto dal Ministero dell’Interno sarebbe risultato essere discriminatorio in quanto, per poter partecipare, era richiesto il possesso della cittadinanza italiana. I giudici hanno sentenziato che tale requisito non è ammissibile per ricoprire ruoli di natura amministrativa, finanziaria, contabile o linguistica.
Pertanto il bando dovrà essere rifatto e reso accessibile anche ai cittadini stranieri muniti di permesso di soggiorno di lungo periodo e ai rifugiati e a chi fruisce di protezione sussidiaria. E chi aveva già superato le prove scritte che si sono tenute a dicembre? Per ora vige la totale incertezza.
Si ritiene probabile che il bando verrà riaperto a breve dopo che il Ministero dell’Interno avrà apportato le opportune modifiche ma di sicuro le tempistiche si allungheranno e il tanto atteso posto fisso sembra allontanarsi per questi 1248 candidati che non vedevano l’ora di entrare a far parte della Pubblica Amministrazione.