Il Consiglio dei ministri ha deliberato cinque giorni di lutto nazionale per la morte di Papa Francesco: cosa comporta.
Dovevano essere tre, ma alla fine sono diventati cinque i giorni di lutto nazionale per la morte di Papa Francesco. Pochi minuti fa, il Consiglio dei ministri ha deciso che tutte le bandiere degli edifici pubblici dovranno essere poste a mezz’asta, ma non solo.
A confermarlo, Tommaso Foti, ministro degli Affari europei, e Nello Musumeci, a capo del Dicastero della Protezione Civile. Il lutto nazionale comincerà già oggi, martedì 22 aprile, e prevede eventi ridotti per le autorità pubbliche.
Come da prassi, il Ministero degli Affari Europei fornirà istruzioni alle sedi diplomatiche e consolari italiane e può chiedere ai rappresentanti di porre le bandiere a mezz’asta. Da oggi a cinque giorni, le autorità pubbliche si asterranno dagli impegni sociali, ad eccezione delle manifestazioni di beneficenza.
La giornata di lutto nazionale è un giorno lavorativo. Questo implica che le scuole, gli uffici e le autorità non verranno automaticamente chiuse. Può essere stabilito però, di osservare un minuto di silenzio in segno di cordoglio per il Papa.
Il lutto nazionale viene di solito proclamato quando scompare una personalità importante oppure eventi drammatici che toccano il cuore di tutto il Paese. Anche nel caso della morte di Giovanni Paolo II venne proclamato, e durò soltanto tre giorni.
Altre occasioni in cui è stato deciso il lutto nazionale hanno riguardato la morte di Silvio Berlusconi, terremoti, alluvioni e il crollo del Ponte Morandi.
Sul tavolo del Cdm appena concluso è approdato il decreto con disposizioni urgenti per organizzare e gestire i funerali di Papa Francesco, oltre che del percorso verso l’elezione del suo successore.
Musumeci ha spiegato che il governo nominerà un commissario straordinario che si occuperà dei funerali del Pontefice, com’è accaduto nel 2005, in occasione dei funerali di Giovanni Paolo II.
Intanto questa mattina, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella si è recato a Santa Marta insieme con la figlia Laura per rendere omaggio al Santo Padre, che è morto ieri, nel lunedì di Pasquetta, all’età di 88 anni, in seguito a un ictus cerebrale che non gli ha lasciato scampo.
“Grazie per avermi riportato in piazza”. Sono state queste le parole di Francesco, pronunciate al suo infermiere Massimiliano Strappetti, nella domenica di Pasqua, dopo la benedizione Urbi et Orbi. A riferirlo sono stati i media Vaticani, secondo i quali, prima di uscire per l’ultima volta, avrebbe chiesto a Strappetti: “Credi che possa farlo?”.
Di ora in ora sempre più dettagli stanno venendo fuori sulle ultime ore di Papa Francesco. Intorno alle 5.30 di ieri mattina avrebbe cominciato a non sentirsi bene, mentre il pronto intervento vegliava su di lui. Circa un’ora dopo, avrebbe salutato il suo infermiere di fiducia mentre era sul letto della stanza a Santa Marta. Poi il coma.
Chi gli è stato accanto negli ultimi istanti, ha spiegato che non avrebbe sofferto, sarebbe morto rapidamente.
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