Chi soffre di reflusso, spesso, non riesce a rinunciare al latte. Ecco quali sono i suoi effetti su questa particolare condizione.
Il reflusso gastrico è una condizione che affligge tantissime persone. I succhi gastrici, dallo stomaco, risalgono lungo l’esofago, dando vita a numerosi fastidi. L’intensità è variabile, però, solitamente, si manifesta con bruciore alla gola, eruttazioni frequenti, difficoltà nella digestione, nausea, tosse secca e dolore toracico.

È fondamentale affrontare subito il problema perché, con il tempo, potrebbe peggiorare. L’approccio deve essere strettamente legato alla causa. Ci sono dei farmaci da poter prendere e una dieta specifica da seguire. Molti pazienti, per placare i sintomi, utilizzano il latte. La questione, tuttavia, è piuttosto complessa. Dietro a questo semplice gesto, infatti, si nasconde un rischio da non trascurare.
Si può bere latte con il reflusso? Ecco che cosa dicono gli esperti
Il reflusso gastrico può trasformarsi in una patologia invalidante. Vivere con costanti bruciori all’esofago non è facile. Molti cibi non si possono più gustare e il confronto con il medico diventa una costante. Il fai-da-te, in questi casi, è assolutamente da escludere. Nonostante questo, alcune persone, pur di tornare a stare bene, sono disposte anche a improvvisare.
Il latte è una sostanza alcalina e, per questo motivo, viene considerato utile nella lotta contro il reflusso. La speranza è che riesca a neutralizzare gli acidi in eccesso presenti nello stomaco. In realtà, l’argomento è più complesso di così. Dopo un bel bicchiere di latte, infatti, gli individui che soffrono di questa condizione si sentono subito meglio. La gola smette di bruciare e i sintomi si attenuano.

Nel giro di poco tempo, però, le cose precipitano nuovamente. I disturbi possono anche aumentare di intensità a causa dei grassi, proteine e calcio contenuti all’interno del latte. La digestione rallenta e si può avvertire uno spiacevole senso di pesantezza della durata di diverse ore. Gli esperti, di conseguenza, consigliano di evitare il latte intero. La soluzione potrebbe essere quella di ricorrere al latte scremato o parzialmente scremato. La bevanda, grazie al trattamento ricevuto, diventa più leggera e maggiormente tollerabile.
È importante imparare ad ascoltare il proprio corpo, così da individuare gli effetti di ogni cibo assunto. È presente un’alta variabilità legata a fattori soggettivi. Per questo motivo, può essere utile avere un diario alimentare da mostrare al medico. Per quanto riguarda il latte, bisogna assicurarsi anche di non essere intolleranti al lattosio. Basterà eseguire un semplice breath test per scoprire la verità.