Si torna a parlare di pensioni e di pensione anticipata, nello specifico. Per una certa categoria di lavoratori da quest’anno cambiano le regole per accedere alla pensione con qualche anno di anticipo.
Ancora novità per quel che riguarda le pensioni: i cambiamenti quest’anno sembrano susseguirsi a ritmo frenetico. Rivalutazione cambiata, nuovi requisiti per la pensione anticipata contributiva e ora un’altra novità che riguarda sempre la pensione anticipata ma che questa volta interesserà soltanto una categoria di lavoratori molto specifica.

Il terreno delle pensioni è sempre quello su cui è più difficile muoversi senza provocare qualche frana ma se a franare saranno le casse dell’Inps, allora il guaio sarà irreparabile. Pertanto il Governo di Giorgia Meloni sta procedendo con molta cautela senza fare passi azzardati.
Con la manovra di Bilancio 2025 è stata introdotta una novità molto importante che riguarda i lavoratori precoci. Con il termine “lavoratori precoci” s’intendono coloro che hanno almeno un anno di contributi versati prima di aver compiuto 19 anni. E, si badi bene, deve trattarsi di contributi effettivi, non figurativi. Non valgono, pertanto, il servizio militare o gli anni di Università. Nel prossimo paragrafo vediamo cosa cambia da quest’anno per questa categoria.
Pensione anticipata: cosa cambia per i lavoratori precoci
Quando si parla di pensioni la tensione è sempre molto alta e si teme il peggio. In effetti questo nuovo anno non è iniziato proprio nel migliore dei modi sul fronte della previdenza sociale e ogni novità introdotta viene, dunque, guardata con molto sospetto. L’ultimo cambiamento riguarda una categoria di lavoratori molto specifica: i lavoratori precoci. Vediamo subito quale cambiamento è stato introdotto dal Governo.

Chi ha iniziato a versare i contributi prima di aver spento 19 candeline sulla torta di compleanno, già da qualche anno può avvalersi di una misura di pensione anticipata molto vantaggiosa: Quota 41. Con Quota 41, come suggerisce il nome stesso, è possibile accedere alla pensione una volta raggiunti i 41 anni di contribuzione a prescindere dall’età anagrafica. Pertanto, poniamo il caso, chi ha iniziato a versare i contributi a 18 anni potrebbe andare in pensione già a 59.
Tuttavia, per evitare troppi prepensionamenti di massa che metterebbero in ginocchio le casse dell’Inps, il Governo ha messo dei paletti. Infatti per poter fruire di Quota 41 non basta essere lavoratori precoci ma è indispensabile anche appartenere ad una di queste categorie:
- disoccupati che non ricevono più la Naspi;
- lavoratori con invalidità pari o superiore al 74%;
- avere svolto lavori usuranti o gravosi per almeno 7 anni negli ultimi 10 o per almeno 6 anni negli ultimi 7.

Chi soddisfa tutti i requisiti può, dunque, beneficiare della pensione anticipata con Quota 41 ma prima di fare domanda di pensionamento è necessario presentare all’Inps la richiesta affinché vengano riconosciuti i requisiti. In pratica l’Inps deve darci il via libera per poter procedere con la domanda di pensione vera e propria.
Fino al 2024 i lavoratori precoci appartenenti alle categorie sopra menzionate potevano presentare richiesta all’Inps per il riconoscimento dei requisiti solo entro l’1 marzo oppure entro il 30 novembre. Da quest’anno, invece, è stata aggiunta una terza data: il 15 luglio. Pertanto una possibilità in più per uscire dal lavoro con qualche anno di anticipo.