Monte Faito: la Procura di Torre Annunziata ha aperto un’inchiesta contro ignoti. Cosa sappiamo della tragedia di Giovedì Santo, nella quale sono morte quattro persone.
La città di Castellammare di Stabia, in provincia di Napoli, si è risvegliata in lutto e con una sola domanda: com’è stato possibile che si sia verificata la tragedia di ieri pomeriggio sulla funivia del Monte Faito.

Dopo la rottura di un cavo, due cabine sono rimaste sospese. Una, diretta a valle, si è arrestata automaticamente grazie al sistema di sicurezza. Da essa sono state fatte scendere tutte le nove persone a bordo da un’altezza di venti metri. L’altra invece è precipitata nel vuoto. Il cavo è finito sulla stazione della Circumvesuviana sottostante e sopra il tetto di un’abitazione.
All’interno c’erano cinque persone in totale: quattro sono morte, una è gravemente ferita e ricoverata all’ospedale del Mare di Napoli. Tra le vittime c’è Carmine Parlato, 59 anni, macchinista iscritto al sindacato Filt-Cgil. Le altre sono tutti turisti: l‘israeliana Janan Suliman, 25 anni, la britannica Margaret Elaine e anche la quarta vittima dovrebbe essere un cittadino britannico.
Fonti mediche fanno sapere che il quinto passeggero, unico superstite della tragedia, si trova in condizioni critiche ma stabili. È intubato e sedato, in attesa di accertamenti clinici e in prognosi riservata. Al momento sono state riscontrate diverse fratture agli arti inferiori. Il ferito è stato trovato privo di documenti, ma si tratterebbe di un altro turista israeliano di circa 30 anni.
L’inchiesta della Procura: oggi un nuovo sopralluogo, funivia sequestrata
La Procura di Torre Annunziata ha aperto un fascicolo di inchiesta contro ignoti, ipotizzando i reati di disastro colposo e omicidio colposo plurimo. Le indagini sono state affidate alla polizia. Da accertare, l’affidabilità del sistema di sicurezza, la regolarità dei controlli tecnici e se la rottura del cavo sia collegata alle condizioni meteo di ieri, giovedì 17 aprile.
Quest’ultima ipotesi è stata esclusa da Umberto De Gregorio, presidente Eav, che ha spiegato che “il sistema prevede il blocco automatico in caso di vento oltre soglia”. E che i controlli sulle funi “sono stati eseguiti regolarmente nei mesi scorsi”. Le due stazioni, a monte e a valle, della funivia sono state sotto sequestro e la Procura disporrà nelle prossime ore l’autopsia ai corpi delle vittime.

“Si dovrà chiarire cosa è successo”, scrive ancora su Facebook De Gregorio. “Daremo, come sempre e come ovvio, la massima collaborazione alle autorità che svolgono le indagini”.
Il tratto della funivia che collega Castellammare di Stabia alla cima del Monte Faito è stata riaperta il 10 aprile dopo essere stata chiusa a novembre per il periodo invernale. Prima della riapertura sarebbero stati eseguiti tre mesi di prove tecniche e manutenzione.
A confermarlo in un’intervista a Canale 21, è anche sottosegretario al Mit Tullio Ferrante ha spiegato che “a marzo, la funivia era stata oggetto di una verifica da parte degli ispettori Ansfisa, come previsto dalla normativa sulle ispezioni periodiche”. E dieci giorni fa, l’8 aprile, Eav “aveva inviato alla stessa agenzia la documentazione tecnica”, che conteneva l’esito delle manutenzioni ordinarie e straordinarie. Prove sarebbero state effettuate anche sui cavi. Il documento era accompagnato “da una relazione di idoneità”.
In campo anche gli psicologi di emergenza
“Saranno garantiti tutti gli accertamenti necessari”, ha dichiarato il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca. “Ogni accertamento verrà fatto con la massima celerità e con assoluto rigore”, ha aggiunto sui social ieri sera, dopo essersi recato sul luogo della tragedia.
“L’obiettivo è fare chiarezza su quanto accaduto e individuare eventuali responsabilità”, ha scritto invece Matteo Salvini, ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti in una nota ufficiale.
Intanto l’amministrazione comunale di Castellammare di Stabia, guidata dal sindaco Luigi Vicinanza, ha proclamato il lutto cittadino. In campo scendono anche gli psicologi dell’emergenza iscritte nei registri della Protezione civile. “Siamo pienamente disponibili a offrire il nostro supporto”, ha dichiarato Armando Cozzuto, presidente dell’Ordine degli Psicologi della Campania.